Sappiamo bene che il fondamento della terapia dell’orticaria è l’antistaminico, purtroppo però ci sono casi in cui l’antistaminico da solo non basta, oppure andrebbe assunto in dosi tali da determinare fastidiosi effetti collaterali (primo fra tutti la sonnolenza).
Quando l’orticaria dura molto a lungo (mesi o anni) e l’antistaminico non riesce a controllare adeguatamente la situazione, abbiamo altre alternative terapeutiche. I cortisonici sicuramente possono aiutare nel breve periodo, tuttavia anche la terapia cortisonica se protratta per tempi lunghi può portare significativi effetti collaterali, che tendono ad aumentare con la dose e la durata della terapia stessa.
In questo articolo che segnalo, pubblicato recentemente su Current Opinion in Allergy and Clinical Immunology, viene revisionata la letteratura riguardo l’utilizzo di inibitori della calcineurina (ovvero Ciclosporina A e Tacrolimus) nei soggetti con orticaria resistente alla terapia antistaminica.
Gli autori si soffermano sull’efficacia della Ciclosporina A a basso dosaggio (sommando i vari dati della letteratura, per quanto provenienti da studi non omogenei, si ottiene una risposta efficace nel 71% dei casi trattati, con un 37% di remissione dei sintomi anche dopo la sospensione della terapia). Al tempo stesso, l’utilizzo di Ciclosporina A a basso dosaggio permette di contenere gli effetti collaterali. E’ comunque importante ricordare che questo farmaco necessita di periodici controlli, soprattutto nelle prime fasi di terapia, e di un’attenta valutazione da parte del medico. Inoltre non va dimenticato che la prescrizione di Ciclosporina A nell’orticaria rappresenta un utilizzo off-label, ovvero non contemplato nella scheda tecnica del farmaco.