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Allergie alimentari: cresce l’incidenza in età pediatrica

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L’incidenza delle allergie alimentari nei bambini è notevolmente cresciuta nell’ultimo decennio. Le cause: non solo genetiche

Le allergie alimentari nei bambini sono aumentate approssimativamente del 50% tra il 1997 e il 2011 secondo uno studio condotto dai Centers for Disease Control and Prevention. Una rapida panoramica dell’incidenza delle allergie alimentari sulla popolazione nazionale ed internazionale, evidenzia che si tratta di una patologia in crescente diffusione, principalmente in età infantile. Studi condotti negli Stati Uniti, dimostrano che le allergie alimentari riguardano il 5% dei bambini di età inferiore ai 3 anni e circa il 4% della popolazione adulta. Anche in Europa le allergie alimentari risultano particolarmente rappresentate in età pediatrica: il 5-8% dei bambini sono interessati da allergie alimentari IgE mediate, mentre negli adulti l’incidenza è dell1- 2%. Nel nostro Paese le malattie allergiche sono tra le patologie croniche più diffuse (10,7%). Uno studio Nazionale condotto su una popolazione complessiva di 41958 bambini, ha evidenziato un’incidenza delle allergie alimentari pari al 3,2% nei bambini al di sotto dei tre anni.

Inevitabilmente questo trend si riflette sulla spesa sanitaria: negli Stati Uniti si aggira intorno ai 25 miliardi di dollari l’anno, mentre i costi sostenuti dalle famiglie ammontano a 20,5 miliardi di dollari l’anno.

Sotto accusa principalmente: le arachidi, la frutta a guscio, le uova, il pesce, il latte vaccino, i crostacei e i molluschi, i semi di soia e i cereali contenenti glutine, responsabili di oltre il 90% delle allergie alimentari.

Ma se lo sviluppo delle allergie alimentari scaturisce da fattori genetici, come si spiega il rapido incremento dell’incidenza di questa patologia, soprattutto nei paesi più industrializzati?

Molti ricercatori si sono dedicati allo studio di questo fenomeno, cercando di dare una risposta a questa domanda e dagli studi pubblicati emerge che sono numerosi e interconnessi i fattori che contribuiscono alla prevalenza delle allergie alimentari, principalmente: ambientali, culturali e demografici.

La commercializzazione degli alimenti su scala globale, ci consente di venire a contatto con cibi nuovi, cambiando così le nostre abitudini alimentari. Anche l’inquinamento ambientale non è un fattore da sottovalutare.

 

Dr. Filippo Fassio

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Allergologo, appassionato di allergologia e Allergy Blogger. Lavoro tra Firenze, Pistoia e Lucca. E cerco di fare del mio meglio per arrivare sempre alla soluzione del problema!
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