Ultimo aggiornamento Luglio 9th, 2015
Secondo dati recenti entro il 2025 quasi la metà della popolazione mondiale soffrirà di allergie, con una maggiore concentrazione nelle fasce più giovani. Attualmente soltanto in Italia si stima che oltre il 30% della popolazione sia affetta da rinite allergica, mentre circa il 6% soffre di asma bronchiale. Le possibili cause di questo preoccupante trend sono molteplici; sicuramente un ruolo importante è dovuto alle condizioni igieniche e di salute migliorate con una minore necessità di intervento del sistema immunitario (la cosiddetta “ipotesi igienica” per spiegare l’aumento delle allergie). Il dato più sorprendente è però quello che riguarda le terapie adottate per l’allergia. A fronte di un incremento notevole dei pazienti allergici si è infatti ridotto l’impiego dell’unico strumento attualmente a disposizione per la cura dell’allergia che agisce sulla causa della patologie e non soltanto sui sintomi: l’immunoterapia (per maggiori informazioni su cos’è, a cosa serve e come si somministra l’immunoterapia è possibile consultare l’articolo “Efficacia dell’immunoterapia, il vaccino antiallergico”). Come ha spiegato il vicepresidente dell’Associazione Allergologi Immunologi Territoriali ed Ospedalieri Antonino Musarra nel corso dell’ultimo congresso AAITO: “L’impiego dell’immunoterapia specifica è calato del 10-15% negli ultimi 4 anni, e questo nonostante si tratti dell’unico trattamento attualmente disponibile in grado di agire non sul sintomo ma sulle cause della malattia, a differenza di ciò che avviene con i farmaci”. Le cause di questo scarso utilizzo sono diverse: scarsa conoscenza di questa terapia, tendenza a sottovalutare le allergie e a considerarle patologie trascurabili (un grave errore, poiché se trascurate le allergie respiratorie possono progredire nella cosiddetta “marcia allergica”), necessità di portare avanti questa terapia per un minimo di tre anni (anche se i primi effetti positivi sono riscontrabili ben prima) e, infine, una grande difformità tra le regioni italiane sul tema del rimborso dei costi sostenuti per questa terapia. A questo proposito Musarra specifica che in prospettiva il costo della terapia risulta vantaggioso rispetto ai costi globali della patologie, poiché consente di ridurre le spese per l’acquisto dei farmaci e, nei casi più gravi, per i ricoveri ospedalieri. È insomma importante diffondere la conoscenza della immunoterapia (o vaccino antiallergico) sia tra i pazienti che nella comunità medica, anche e soprattutto in considerazione del trend di crescita del numero di pazienti allergici. Foto: Flickr.comInfo autore
Dr. Filippo Fassio
Allergologo, appassionato di allergologia e Allergy Blogger. Lavoro tra Firenze, Pistoia e Lucca. E cerco di fare del mio meglio per arrivare sempre alla soluzione del problema!