Ultimo aggiornamento Luglio 9th, 2015
Prendo spunto da numerose domande che mi sono state rivolte nell’ultimo periodo su questo problema, a volte di difficile risoluzione. Un bambino allergico (ma potenzialmente, affetto da qualsiasi tipo di malattia che richiede la somministrazione di medicinali) può assumere le sue terapie mentre è a scuola? E chi dovrebbe somministrarle? La risposta alla prima domanda, ovviamente, è scontata: Si! Ma è la risposta alla seconda che va a complicare le cose… La “responsabilità” di dover somministrare farmaci ai bambini o ai ragazzi (minorenni) preoccupa molto il personale scolastico e gli stessi dirigenti. In effetti la questione non è di poco conto, e comprendo benissimo il fatto che i lavoratori delle scuole possano sentirsi in difficoltà nel dover somministrare una terapia ad un bambino (…o molte terapie a molti bambini…). Però…sono anche convinto che il “problema” possa essere superato, con il buon senso. Sicuramente noi medici possiamo facilitare la vita degli insegnanti e degli operatori scolastici in molti modi:- fornendo istruzioni scritte, chiare e precise, sulla terapia da assumere, specificando dosi, modi e tempi di somministrazione
- aggiungendo, ove necessario (e se opportuno), una breve descrizione del problema di salute del bambino e gli effetti della terapia prescritta
- cercando di impostare percorsi terapeutici che, pur avendo come primo obiettivo quello della salute del bimbo, consentano alle famiglie ed a tutti i “care-giver” di poter effettuare la terapia nella maniera più semplice e conveniente possibile. Mi riferisco, in particolar modo, agli orari delle somministrazioni ed alle modalità (un aerosol effettivamente si concilia poco bene con le esigenze scolastiche…sia del bambino che del personale)