Allergie Alimentari

Allergie e Intolleranze ad Alimenti

Cosa succede quando un soggetto non tollera più un cibo oppure più di uno? Si parla in questo caso di reazioni avverse ad alimenti, termine che comprende sia le allergie ad alimenti che le intolleranze alimentari. Ma in cosa consiste la differenza? Leggi qui sotto per saperne di più…

Allergia alimentare - Cause, sintomi e rimediLa maggior parte delle persone non ha problemi di allergia o intolleranza alimentare, e può seguire una dieta libera, quindi assumere gli alimenti desiderati senza incorrere in reazioni avverse. Per una piccola percentuale di individui, invece, alcuni alimenti (o loro componenti) sono in grado di scatenarereazioni avverse, la cui entità può variare da reazioni lievi o molto lievi (come un piccolo fastidio o prurito al cavo orale) fino a molto gravi (importanti reazioni allergiche fino allo shock anafilattico, con importanti conseguenze cliniche). Le reazioni avverse agli alimenti possono essere scatenate sia da un meccanismo immunologico (allergia alimentare) che di altro tipo (intolleranza alimentare). Comunemente, la percezione di questi problemi tende ad essere sovrastimata (si calcola che circa una persona su tre ritenga di essere “allergica” a certi alimenti), ma dati recenti ricavati da ampie casistiche dimostrano che l’allergia alimentare colpisce circa il 2% dell’intera popolazione adulta. Nei bambini, questo valore può salire 3-7%, anche se, fortunatamente, l’allergia spesso viene superata con l’età scolare.   [title size=”2″]Quali persone sono a rischio di allergia alimentare?[/title] La presenza di familiari o parenti allergici è uno dei fattori che permette di prevedere un aumento di rischio di sviluppare allergie alimentari. Nei neonati che hanno un solo genitore allergico il rischio di sviluppare un’allergia alimentare è due volte superiore rispetto ai neonati i cui genitori non soffrono di allergie. Se entrambi i genitori sono allergici, il rischio di sviluppare allergia ad almeno un alimento aumenta da quattro a sei volte. In base ai dati disponibili, l’allattamento al seno, comparato con l’alimentazione artificiale, ridurrebbe il rischio di allergia alimentare. Nei neonati con parenti stretti che soffrono di allergie, alcuni studi suggeriscono che il solo allattamento al seno per 4-6 mesi sembra sufficiente a fornire una certa protezione; tuttavia questi dati, seppur noti da tempo, sono ancora controversi. Inoltre, è da considerare che l’allergia progredisce spesso attraverso quella che viene definita la “marcia allergica”: ciò significa che l’allergia tende ad esprimersi in maniera differente a seconda delle età della vita. Nel neonato e nel bambino la manifestazione più comune è la dermatite atopica, crescendo spesso il bambino allergico sviluppa asma bronchiale, mentre da adulto la manifestazione più comune è la rinite allergica. Quindi, il bambino con un passato di dermatite atopica, è da considerare maggiormente a rischio di sviluppare allergia ad alimenti. La gran parte delle risposte allergiche agli alimenti è relativamente lieve, ma in un numero limitato di persone si verifica una reazione violenta, potenzialmente letale, e che prende il nome di anafilassi. A volte la reazione anafilattica può manifestarsi in maniera molto rapida dopo l’esposizione all’allergene, e richiede cure mediche immediate. [title size=”2″]Gli alimenti maggiormente implicati nelle reazioni allergiche[/title] Tra gli alimenti maggiormente a rischio per le reazioni allergiche gravi, sicuramente la frutta secca e la frutta con guscio (arachidi, noci, mandorle, pinoli) è la più temibile, sia come frequenza che come entità delle reazioni. Nei bambini anche il latte e l’uovo spesso causano reazioni allergiche. Altri allergeni che frequentemente posso causare reazioni allergiche sono la soia, i crostacei ed il merluzzo. Soprattutto negli adulti, anche la frutta e la verdura fresca (in particolare pesca, pomodoro) vengono frequentemente incontrate come causa di reazioni avverse ad alimenti. Le persone con reazioni allergiche ad alimenti (o sospette tali), dovrebbero sottoporsi a visita allergologica e test allergologici per alimenti.   [title size=”2″]Classificazione e concetti generali dell’allergia alimentare[/title] Le prime descrizioni risalgono all’antichità, ma solo nel XX° secolo sono state introdotte le tecniche e le metodologie per indagare adeguatamente queste condizioni. La classificazione della Società Europea di Allergologia (EAACI) del 1995, poi revisionata nel 2001, definisce la reazione avversa ad alimenti come ogni evento aberrante che si verifica in seguito all’ingestione di un alimento o di un additivo alimentare.
La revisione del 2001 prevederebbe che tutte le immuno-mediate fossero definite allergie, con il prefisso IgE-mediate per quelle allergiche in senso stretto. Quest’ultima classificazione non è tuttavia unanimemente accettata.
[title size=”2″]Epidemiologia dell’allergia alimentare[/title]
La prevalenza è maggiore nell’infanzia, attualmente stimata intorno al 6% nei bambini di età inferiore ai 3 anni. Negli adulti si stima che l’allergia alimentare sia presente nell’1-2% della popolazione. Nell’infanzia gli allergeni maggiormente responsabili di reazioni avverse sono il latte di mucca (2,5%), l’uovo (1,3%), le noccioline (0,8%), le noci (0,2), il pesce ed i crostacei (0,1%). Quasi tutti i bambini con sensibilizzazione al latte di mucca sviluppano la sensibilizzazione nel primo anno di vita e l’hanno già superata al compimento del 5° anno. Un 25% di questi bambini rimane sensibilizzato anche nella seconda decade di vita, mentre il 35% circa va incontro a reazioni avverse ad altri alimenti. Fino a qualche tempo fa si credeva che le reazioni avverse a noci, noccioline e pesce non venissero mai superate, mentre è stato documentato che ciò accade nel 20% dei casi. L’incidenza di sensibilizzazione ad alimenti è maggiore negli atopici, tanto che il 35% dei bambini con dermatite atopica di grado moderato-severo hanno IgE contro allergeni alimentari. Sulla base dei dati più recenti la prevalenza di sensibilizzazione allergica negli adulti dei Paesi Occidentali è intorno al 3,5-4%.

[title size=”1″]Alcune importanti allergie alimentari[/title]

[checklist] [/checklist]