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Durata delle allergie respiratorie in aumento: ecco da cosa dipende

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Naso che cola e starnuti frequenti cominciano ormai ad infastidirci con un anticipo sempre maggiore, mentre il sollievo tarda ad arrivare nel periodo estivo. Responsabili di questo fastidioso prolungamento del periodo a rischio per chi è affetto da allergie respiratorie sono i cambiamenti climatici e l’inquinamento.

L’azione dell’uomo sull’ambiente, l’aumento dell’inquinamento, dei livelli di smog ed i conseguenti cambiamenti climatici sono infatti collegabili a una prolungata e quantitativamente maggiore presenza di pollini nell’aria. L’inquinamento, infatti, agisce due fattori ben distinti, ma entrambi correlati all’insorgenza di allergie: da una parte, lo smog favorisce una maggiore penetrazione dei pollini nelle vie aeree, facilitando l’insorgenza di nuove allergie, e dall’altra agisce sul clima, alterando di conseguenza i periodi di fioritura delle piante.

Sono numerosi gli studi che dimostrano che dagli anni 60 ad oggi l’incidenza di asma e allergie ha registrato un’impennata. Anche i dati degli archivi dei centri meteo confermano questa tesi: negli ultimi cento anni la temperatura dell’aria ha subito un aumento dello 0,6%. A chi obietterà che si tratta di una percentuale minima, si può ricordare che questo lieve cambiamento di temperatura è bastato per provocare una riduzione delle superfici dei ghiacciai, a provocare la comparsa anticipata di insetti, ad aumentare il livello medio dei mari di 1 o 2 millimetri all’anno e a modificare i percorsi migratori di diverse specie animali.

L’aumento delle temperature e i conseguenti cambiamenti climatici, come detto, hanno dunque alterato la distribuzione geografica e i periodi di fioritura di numerose specie vegetali, generalmente anticipando le stagioni polliniche e aumentando il numero di giorni con presenza di pollini nell’aria, posticipando la fine delle fioriture.

A conferma di quanto detto sono stati condotti numerosi studi in tutto il mondo. Una ricerca che ha toccato direttamente il nostro Paese è quella condotta sulla provincia di Imperia dal dottor Renato Ariano, responsabile della sezione di “Aerobiologia, Ecologia e Prevenzione ambientale” della A.A.I.T.O. (Associazione Allergologi e Immunologi Territoriali ed Ospedalieri). In questa ricerca sono stati esaminati dati relativi ai pazienti dell’Ambulatorio di Allergologia dell’Ospedale di Bordighera (provincia di Imperia), raccolti dal 1981 al 2007. I dati sono inoltre stati confrontati con le informazioni meteo relative agli stessi anni e con i dati relativi alle conte polliniche. Questi i risultati:

  • è stato riscontrato un anticipo significativo delle fioriture per almeno quattro specie vegetali che provocano allergia: Parietaria (con un anticipo ci 83 giorni), Graminacee (26 giorni di anticipo), Oleacee (anticipo di 46 giorni), Cupressacee (anticipo di 9 giorni).
  • Relativamente alla Parietaria, è stato registrato anche un ritardo nel termine della fioritura di ben 51 giorni
  • Sono risultati aumentati i giorni con presenza pollinica (+128 giorni per la Parietaria, +26 giorni per le Cupressacee, +22 giorni per le Oleacee)
  • Sono progressivamente aumentate le quantità di granuli pollinici rilevati nell’aria.

Foto: Flickr.com

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Allergologo, appassionato di allergologia e Allergy Blogger. Lavoro tra Firenze, Pistoia e Lucca. E cerco di fare del mio meglio per arrivare sempre alla soluzione del problema!
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